In data 30 marzo 2023 è stata approvata dal Parlamento Europeo[1] la nuova direttiva in materia di trasparenza retributiva che avrà lo scopo di consentire ai lavoratori di individuare e contrastare ogni forma di discriminazione tra donne e uomini sul luogo di lavoro in termini salariali.
Sarà imposto a tutte le imprese appartenenti all’UE l’obbligo di divulgazione delle informazioni atte ad agevolare il confronto degli stipendi dei dipendenti, denunciando ogni forma di divario retributivo di genere.
Appare doveroso analizzare le ragioni fondanti che hanno portato all’approvazione di queste nuove disposizioni. All’interno della relazione della proposta di direttiva, redatta il 4 marzo 2021, così si legge:
“L’iniziativa mira a contrastare il persistere di un’applicazione inadeguata del diritto fondamentale alla parità retributiva e a garantire il rispetto di tale diritto in tutta l’UE, stabilendo norme in materia di trasparenza retributiva per consentire ai lavoratori di rivendicare il loro diritto alla parità retributiva.” [2]
Tale decreto è stato conseguente alla risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 sulla strategia dell’UE per la parità di genere. In tale circostanza è stato richiesto alla Commissione di:
“redigere un nuovo ambizioso piano d’azione per far fronte al divario retributivo di genere all’interno del quale siano stabiliti degli obiettivi chiari per gli Stati membri al fine di ridurre il divario salariale di genere nei prossimi cinque anni.” [3]
Queste disposizioni sono state avanzate con lo scopo di mettere in luce i pregiudizi di genere nei sistemi retributivi di inquadramento professionale che non valorizzano il lavoro di donne e uomini in modo paritario e neutro sotto il profilo del genere.
La proposta di direttiva chiarisce come tali misure debbano essere considerate all’interno di un più ampio pacchetto di misure e iniziative volte ad affrontare le cause profonde del divario retributivo di genere e a consentire l’emancipazione economica delle donne.
Viene specificato inoltre come tale iniziativa rientri all’interno di un approccio:
“multidimensionale che comprende, inoltre, la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare con iniziative settoriali per combattere gli stereotipi e migliorare l’equilibrio di genere” [4]
A fronte di queste premesse va letto l’articolo 5 dedito alla Trasparenza retributiva prima dell’assunzione. Il candidato è tenuto a ricevere dal futuro datore di lavoro informazioni sulla propria retribuzione iniziale “sulla base di criteri oggettivi e neutri sotto il profilo di genere” non solo in sede di colloquio ma anche all’interno dell’inserzione lavorativa.
Inoltre il datore di lavoro non potrà avere dai candidati informazioni sulle precedenti retribuzioni.
La definitiva entrata in vigore delle nuove disposizioni avverrà a seguito dell’approvazione formale da parte del Consiglio europeo con la pubblicazione all’interno della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Gli stati membri saranno tenuti ad adottare le nuove normative entro 3 anni dall’entrata in vigore a livello comunitario.
——————————————————————————————————————————————————————————————————————-
[1] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/OJQ-9-2023-03-30_IT.html
[2] Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio, Bruxelles, 2021 p.1
[3] Divario retributivo di genere: le donne guadagnano meno degli uomini nell’UE? in Attualità – Parlamento Europeo, 2020
[4] Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio, Bruxelles, 2021 p.2