IL WELFARE AZIENDALE: ATTRARRE E FIDELIZZARE I MIGLIORI TALENTI, MIGLIORARE LA QUALITÀ DI VITA E L’IMPATTO AZIENDALE.

Nell’attuale mondo del lavoro, le aziende si trovano a competere non solo per ottenere i migliori talenti ma anche per mantenerli felici e produttivi. Una delle soluzioni più efficaci per raggiungere questi obiettivi è il Welfare Aziendale, un insieme di iniziative, benefit e piani pensati per migliorare la qualità lavorativa e di vita dei dipendenti. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio cos’è il Welfare Aziendale, a cosa serve, come realizzarlo, con chi collaborare, le tempistiche, i vantaggi e come misurare il suo impatto.

Cos’è il Welfare Aziendale?

Il Welfare Aziendale rappresenta l’insieme di tutte le iniziative, i benefit e i piani messi in atto dal datore di lavoro con l’obiettivo di migliorare la qualità lavorativa e di vita del dipendente. Questo approccio non riguarda solamente l’aspetto economico, ma comprende anche la sfera emotiva e psicologica del dipendente, contribuendo così a creare un ambiente di lavoro più accogliente e stimolante.

A Cosa Serve il Welfare Aziendale?

Il Welfare Aziendale è uno strumento formidabile per le aziende che desiderano attrarre e fidelizzare i migliori talenti sul mercato. Offrendo benefit e iniziative di qualità, le aziende diventano più attraenti per i professionisti di alto livello, contribuendo a costruire una forza lavoro di qualità superiore. Ma i benefici del Welfare Aziendale non si fermano qui. Questo approccio è in grado di alzare gli standard qualitativi e produttivi dell’azienda, migliorando la qualità di vita dei collaboratori. Quando i dipendenti si sentono apprezzati e supportati, è più probabile che si impegnino al massimo nelle loro attività.

Come Realizzare un Programma di Welfare Aziendale

La realizzazione di un programma di Welfare Aziendale richiede un’attenta pianificazione. Ecco i passi chiave per avviare con successo un programma di questo tipo:

  1. Individuare il Budget

Prima di tutto, è essenziale individuare il budget da investire in base agli obiettivi aziendali da raggiungere. Definire un budget adeguato è cruciale per garantire il successo del programma.

  1. Identificare i Bisogni e gli Interessi dei Dipendenti

Un altro passo fondamentale è l’individuazione dei bisogni e degli interessi di ogni generazione presente nell’azienda. Ogni gruppo di età può avere esigenze diverse, e comprendere queste differenze aiuta a creare un programma su misura.

  1. Collaborare con Esperti

Per garantire che il programma sia conforme alla normativa e ben gestito, è consigliabile collaborare con un consulente specializzato nel Welfare Aziendale. Questi professionisti sono in grado di guidare l’azienda nella creazione e nell’attuazione del piano Welfare.

  1. Partner Tecnologico

Un elemento importante è la presenza di un partner tecnologico, come una piattaforma che eroga i servizi scelti dai beneficiari. Questo semplifica la gestione dei benefit e garantisce un’esperienza senza intoppi per i dipendenti.

Tempistiche di Realizzazione

Tendenzialmente un piano Welfare può essere attivato in qualsiasi momento dell’anno, ma richiede una fase preparatoria di almeno due mesi. Durante questa fase, è essenziale formulare un regolamento specifico che abbia una validità minima di 12 mesi. Questo regolamento rappresenta il quadro normativo all’interno del quale verranno erogati i benefit ai dipendenti.

Vantaggi del Welfare Aziendale

I vantaggi sono numerosi e possono avere un impatto significativo sull’azienda e sui dipendenti. Eccone alcuni:

– Cuneo Fiscale Azzerato

Ciò significa che i benefit offerti ai dipendenti sono esenti da tasse fino a un certo importo. Questo non solo rappresenta un beneficio tangibile per i dipendenti, ma riduce anche il costo complessivo per l’azienda.

– Aumento della Competitività Imprenditoriale

Offrire un solido programma di Welfare Aziendale rende l’azienda più competitiva sul mercato del lavoro. Attrae talenti di alta qualità e contribuisce a migliorare la reputazione dell’azienda.

– Favorevole Impatto Sociale

Il Welfare Aziendale ha un impatto sociale positivo. Contribuisce a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, consentendo loro di affrontare le sfide quotidiane con maggiore serenità.

– Miglioramento del Clima Aziendale

Un ambiente di lavoro che si preoccupa del benessere dei dipendenti tende ad avere un clima aziendale più positivo. Questo si traduce in una maggiore soddisfazione dei dipendenti e in un miglioramento della produttività.

– Raggiungimento di Obiettivi Condivisi

Il Welfare Aziendale favorisce il raggiungimento di obiettivi condivisi tra azienda e dipendenti. Quando le due parti collaborano per migliorare la qualità di vita e la produttività, il successo è garantito.

Come Misurare l’Impatto del Welfare Aziendale

La misurazione dell’efficacia del Welfare Aziendale è fondamentale per valutare il ritorno sull’investimento. Una metrica utile in questo contesto è il “Welfare Index PMI“, un rating che valuta il livello di Welfare Aziendale nelle piccole e medie imprese italiane. Questo indice permette di crescere in qualità, visibilità e attrattività sul mercato del lavoro.

OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE PER LE PMI: STRATEGIE E VANTAGGI

La gestione delle risorse umane rappresenta una sfida cruciale per tutte le organizzazioni, comprese le piccole e medie imprese (PMI). È un processo complesso che richiede una solida comprensione delle esigenze e dei comportamenti individuali, nonché della legislazione in materia. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui costruire un nuovo progetto sulle risorse umane per le PMI è essenziale e come farlo in modo efficace, evidenziando come le organizzazioni debbano essere in grado di gestire le aspettative del personale, istituire programmi di sviluppo delle competenze e assicurarsi che le persone abbiano le risorse necessarie per svolgere al meglio i loro compiti.

 

Perché Investire in un Nuovo Progetto sulle Risorse Umane per le PMI

Negli ultimi anni, il ruolo del responsabile delle risorse umane (HR) è diventato sempre più strategico per molte aziende che hanno avuto l’opportunità di sviluppare questa funzione internamente. Tuttavia, molte PMI non hanno ancora la possibilità di includere un professionista HR nel loro organico. Questa carenza ha creato la necessità di rivolgersi a servizi esterni per supporto nella ricerca e selezione del personale, nella gestione dei contratti, nella formazione, e nella progettazione dei piani di retribuzione, tra le altre cose.

Il problema principale con questa soluzione è che coinvolge spesso molteplici fornitori, generando confusione e errori di valutazione. Questo porta a uno spreco di tempo ed energie preziose. Invece di gestire diverse entità, le PMI possono ottenere una soluzione più efficiente affidandosi a un’azienda qualificata con un team di professionisti specializzati nelle risorse umane.

 

Come Costruire un Nuovo Progetto sulle Risorse Umane per le PMI

Per le PMI che vogliono ottimizzare la gestione delle risorse umane, l’outsourcing a un partner specializzato è una scelta intelligente. Questo approccio consente alle aziende di ricevere consulenza e supporto per la ricerca e selezione del personale, l’analisi delle risorse aziendali, l’implementazione di incentivi, avanzamenti di carriera, piani di welfare e soluzioni di lavoro agile. Inoltre, offre accesso a programmi di formazione personalizzata, spesso finanziati, per migliorare ulteriormente le competenze del personale.

Poter utilizzare consulenza e affiancamento per la ricerca e selezione del personale, supporto nella rilevazione delle criticità e potenzialità delle risorse presenti in azienda, avere a disposizione strumenti normativi da poter utilizzare nel processo di fidelizzazione delle HR (incentivi, avanzamenti di ruolo, piani welfare, smart working) e accedere a formazione personalizzata anche in ambito finanziato, rende sicuramente più produttive e competitive tutte le PMI.

 

Il Beneficio Anche per le Medie e Grandi Imprese

Anche le medie e grandi imprese possono trarre vantaggio dall’esternalizzazione delle risorse umane. Collaborando con il partner giusto, dotato di competenze avanzate nella gestione delle risorse umane, possono migliorare l’efficienza della loro funzione HR. Questo permette una risposta più rapida ed efficace alle esigenze della dirigenza aziendale, contribuendo a raggiungere gli obiettivi aziendali in tempi più brevi.

In conclusione, la costruzione di un nuovo progetto sulle risorse umane è fondamentale per le PMI che desiderano migliorare la gestione del loro capitale umano. L’esternalizzazione dei servizi HR offre numerosi vantaggi, tra i quali il risparmio di tempo e risorse finanziarie, la riduzione del rischio, altamente probabile, di formare una risorsa interna che potrebbe decidere di lasciare l’azienda da un giorno all’altro, oltre che evitare di incorrere in un “turn over” generalizzato di altre figure, con un notevole aggravio di costi. Non bisogna inoltre dimenticare che anche le medie e grandi imprese possono beneficiare di questa strategia per rafforzare la loro funzione HR e accelerare il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Continua ad esplorare il nostro blog se desideri approfondire ulteriormente questo mondo e scoprire come ottimizzare la gestione delle risorse umane per migliorare l’efficienza aziendale.

RETRIBUZIONI E BENEFIT OGGI. COSA OFFRIRE AI NOSTRI COLLABORATORI

Già il titolo di questo articolo è sufficiente a far capire quanto l’argomento sia scottante e di forte attualità.

Addentrandoci nel tema “retribuzione e benefit“, possiamo subito evidenziare com gli stipendi non salgano ormai da diverso tempo, dal momento che il loro  gap netto/costo è sempre molto rilevante. C’è stata molta cautela nel concedere ai propri dipendenti degli aumenti sia nel corso del 2022, che durante questi mesi del 2023, mantenendone i livelli per lo più invariati.

Questa decisione, da parte delle imprese, è dovuta anche  al fatto di aver voluto adottare un criterio di discreta prudenza nella gestione dei propri budget, a fronte dell’instabilità improvvisa dei mercati internazionali e della crisi energetica emersa a seguito dello scoppio del conflitto bellico in Ucraina.

Volendo ipotizzare uno scenario nel prossimo futuro, possiamo pensare che le aziende continueranno ad adottare molta cautela nei propri investimenti e, di conseguenza, anche nella direzione degli aumenti salariali.

I dipendenti, pertanto, si rivolgono e si rivolgeranno sempre di più a contesti aziendali che possano, in diversi modi, agevolare il contenimento dei propri costi di gestione, sedi agevolmente raggiungibili, con possibilità di flessibilità sia negli orari che nel luogo di lavoro, con disponibilità di benefit, insomma  che  migliorino in definitiva, se non l’introito in denaro, la qualità della loro vita.

I benefit che le aziende possono offrire ai propri collaboratori di natura non monetaria, con lo scopo di proporre ai propri collaboratori migliori condizioni di lavoro e rimanere competitive rispetto agli standard del settore di riferimento, tenendosi stretti così i migliori talenti, sono di vario tipo.

Possiamo dire che computer, buoni pasto e telefono sono ormai oggi considerati una “dotazione standard” nella quasi totalità delle offerte lavorative proposte dalle imprese, mentre stanno finalmente prendendo sempre più piede anche altre forme di vantaggi disponibili riguardanti il benessere della persona, l’assistenza familiare e l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

In buona sostanza, possiamo dire che tutto quanto è WELFARE AZIENDALE.

Come possiamo rilevare dalla statistica qui sotto riportata, dal punto di vista dei dipendenti, i benefit più desiderati sono quelli relativi alla possibilità di raggiungere un ottimale work-life balance ed alla flessibilità lavorativa.

BENEFIT  ATTUALMENTE PIU’ APPREZZATI   (Fonte:  Hays italia)

  • 53%   Lavoro flessibile
  • 51%   Assicurazione sanitaria | Copertura medica privata
  • 48%  Buoni pasto | Mensa aziendale
  • 41%   Computer uso promiscuo
  • 19%   Telefono uso promiscuo
  • 17%   Auto aziendale
  • 12%  Fondi pensionistici
  • 9%  Assicurazione vita
  • 7%  Incentivi azionari
  • 6%  Istruzione figli
  • 6%  Rimborso utenze domestiche
  • 6%  altro

Sappiamo bene che il pacchetto benefit è oggi uno dei principali aspetti, oltre allo stipendio, che viene preso in considerazione sia quando le persone decidono se accettare o meno un’offerta di lavoro, sia quando valutano se rimanere o meno al proprio posto di lavoro, magari aspirando a ricoprire un ruolo che si allinei al meglio con la propria esperienza, esigenza ed aspettativa.

La flessibilità ed il benessere personale stanno diventando tematiche di discussione sempre più importanti nei luoghi di lavoro e la produttività/redditività delle imprese sono strettamente collegate a questi valori.

IL FENOMENO DELLE DIMISSIONI E LA RICERCA DELLA SOSTENIBILITÀ

Diventa sempre più frequente, per i lavoratori, preferire le dimissioni alla consueta vita d’ufficio.
Questo fenomeno delle “grandi dimissioni” non scaturisce soltanto dalla stanchezza dei lavoratori nell’affrontare le classiche problematiche legate al recarsi in ufficio ma deriva anche da una maggiore consapevolezza e determinazione nel cercare una nuova sostenibilità e nel desiderare, fortemente, di diventare esseri umani migliori.

Queste parole trovano conferma nell’indagine condotta da Deloitte[1] (e riportata da “Il Sole 24 ore”[2]), dove si evince che per l’80% dei lavoratori italiani è sempre più importante che la loro azienda si impegni concretamente in programmi e iniziative di sostenibilità e solo il 15% di dichiara di lavorare per un’organizzazione del genere.

 

Sostenibilità, appunto, non soltanto riguardo all’aspetto ambientale ma in riferimento anche ad un Capitale Umano verso il quale le aziende dovranno garantire “una visione più agile, inclusiva e sostenibile del lavoro”[3].

Sempre secondo questo sondaggio, 6 persone su 10 sono interessate a rimanere in un’azienda che crea valore non solo per gli azionisti ma anche per i lavoratori, in quanto esseri umani, e per la società in

generale.

Progettare ambienti fisici, digitali o ibridi che si adattino alle diverse esigenze lavorative, rispettando le preferenze delle persone rispetto al “come”, “quando” e “dove” svolgere il proprio lavoro.
È questa la sfida che le aziende oggi devono affrontare costantemente, ridefinire il concetto di “luogo di lavoro” rispettando le preferenze del proprio capitale umano e accompagnando loro con un adeguato avanzamento tecnologico.

Tornando ai dati, solo il 14% del campione intervistato ritiene che la loro azienda sia pronta a questa evoluzione e, al tempo stesso, il 14% delle aziende italiane si sente preparata a sostenere una maggiore influenza dei dipendenti nei contesti lavorativi.

 

Cosa significa questo?
Senza ombra di dubbio, è necessario che i leader adottino una nuova mentalità e un nuovo “modus operandi” che consenta loro di sperimentare con curiosità e coltivare relazioni profonde con le persone.

 

Voi siete pronti?

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[1] https://www2.deloitte.com/us/en/insights/focus/human-capital-trends.html#framing-the-challenge  (ultima consultazione: 19.04.2023)

[2] https://alleyoop.ilsole24ore.com/2023/04/18/generazione-dimissioni/?utm_medium=LISole24Ore&utm_source=LinkedIn#Echobox=1681826328-2 (ultima consultazione: 19.04.2023)

[3] Ibidem

Il potere del capitale invisibile

Partiamo subito dal concetto che definisce il tema di questo articolo:
CAPITALE INVISIBILE = RISORSE UMANE + EFFICIENTAMENTO ORGANIZZATIVO/TECNOLOGICO

Il risultato di questa equazione è il valore del capitale umano di un’impresa, ad oggi il più importante.

I costi sommersi che derivano dalla non consapevolezza da parte dell’imprenditore del concetto sopra espresso sono notevoli ed incidono sul bilancio aziendale in modo determinante.

Quando una risorsa lascia l’azienda, fenomeno oramai sempre più frequente, ci sono costi dei quali non si riesce a tenere traccia:

  • Ricerca
  • Colloqui
  • Assunzione (se l’azienda piace ed è attrattiva!)
  • Orientamento e formazione con affiancamento di altre risorse aziendali.

Oltre a questi, ancora più difficile è determinare il costo di una serie di dinamiche innescate dal turn-over stesso, come la perdita di produttività/conoscenza e l’interferenza negativa sul clima aziendale, con conseguente perdita di fiducia che tende a portare con sé disimpegno su chi rimane.

Non stiamo sostenendo, con questo, che la risorsa deve essere trattenuta a tutti i costi in azienda se la sua volontà è quella di cambiare (tipo di lavoro, luogo dove abitare, etc.).

Ma c’è un dato statistico su cui vale la pena riflettere:

DURATA MEDIA IN ANNI
DEL POSTO DI LAVORO                           GENERAZIONE                        ANNI NASCITA

8                                                                       BABY BOOMERS                         (1945-1960)

5,4                                                                    GENERAZIONE X                         (1961-1980)

2,4                                                                    MILLENNIALS                               (1981-1995)

1,2                                                                     GENERAZIONE Z                         (1995 in poi)

 

Cosa possiamo dedurre da tutto ciò?
È necessario focalizzare l’attenzione su quanto sia possibile migliorare la nostra organizzazione aziendale, aumentando il benessere dei nostri collaboratori e la loro gratificazione, sia dal lato formazione/carriera, sia dal lato benefit, per metterci nella condizione di non perdere i migliori talenti che abbiamo e risultare sempre più attrattivi nei confronti dei nuovi.

La tua azienda a quale scenario appartiene?
Vi riporto, di seguito, solo alcune “considerazioni”:

PASSATO                                                                           FUTURO

Lavorare 9-18                                                                     Lavorare in qualsiasi momento

Lavorare in ufficio                                                            Lavorare ovunque

Utilizzare il device aziendale                                        Utilizzare qualsiasi device

Accumulare informazioni                                             Condividere le informazioni

Basato sulle email                                                           Basato sula collaborazione tecnologica

Basato sulle conoscenze                                               Basato sulla formazione continua

 

Risorse umane e Aziende: come tenere e attrarre i talenti

Secondo l’indagine “InfoJobs Trend HR 2022”, realizzata fra dicembre 2021 e gennaio 2022 su un campione di 180 aziende italiane, la sfida da vincere in questo momento per il 41,1% di queste imprese è quella di trattenere e attrarre i talenti (Attraction&Retention).

Parto subito dal dato più significativo per evidenziare come, nella previsione futura relativa ai prossimi 5 anni sui collaboratori/candidati, sia solo il 7,9% delle risorse umane ad esprimere l’intenzione di rimanere nell’ azienda in cui attualmente lavora.

La motivazione determinante che porta una risorsa a restare nell’attuale contesto lavorativo è perché apprezza l’ambiente e ha un rapporto di fiducia consolidato con i titolari dell’azienda.
Ma va sottolineato che la risorsa vorrebbe comunque avere maggiori responsabilità e peso nelle decisioni importanti oltre alla possibilità di una crescita con adeguata formazione.

Che cosa vuol dire questo?
Che desiderano partecipare più attivamente all’evoluzione, al cambiamento nella proposta dei servizi/prodotti offerti, essere coinvolti nei passaggi importanti della vision aziendale.
Non è più attuale il pensare che possiamo suddividere i nostri collaboratori in “statici” e “dinamici”, in chi è chiamato a svolgere solo mansioni routinarie “ingessate” piuttosto che creative e flessibili.

Oggi, anche la mansione più semplice e, all’apparenza, ripetitiva è soggetta a continui mutamenti.
Rimanere aperti e ascoltare non solo il manager ma tutti coloro che partecipano ai processi aziendali ci consente di rendere il processo lavorativo dinamico e di far crescere e valorizzare tutte le risorse aziendali, qualsiasi sia il loro ruolo.
In aggiunta, se riusciamo nell’intento, ne conseguirà automaticamente una gratificazione economica.

Possiamo far crescere, quindi, la percentuale da cui abbiamo preso spunto all’inizio dell’articolo, provando a rivolgere la nostra attenzione intorno a noi con uno sguardo diverso!

La fase storica che stiamo attraversando rappresenta una grande opportunità per la costruzione di modelli di collaborazione e di ambienti di lavoro che rispondano in maniera efficace alla nuova sensibilità e alle nuove sfide che ci aspettano, da oggi in poi!