Storytelling e storyselling

Nel mondo del web, le storie di business e di prodotto da mostrare ai nostri potenziali clienti non sono lineari in quanto ci sono spesso novità, opportunità e trend nuovi e ad emergere sono coloro che offrono i contenuti più belli, più emozionanti e coinvolgenti.

Quando parliamo di storytelling ci riferiamo ad un modo di comunicare tramite racconti che ci connettono agli altri. Fare storytelling vuol dire creare rappresentazioni testuali, visive e sonore del nostro brand per instaurare una relazione con i clienti.

In questo momento possiamo sottolineare come sia la narrazione a vincere sulla funzionalità, l’emozione a vincere sull’utilità, perché ognuno di noi quando viene colpito da un “racconto” vede in un prodotto un aspetto di sé stesso o un’esperienza simile che ci porta ad identificarci. Se ci imbattiamo in un contenuto che ci colpisce e ci emoziona, tendiamo a riconoscerci in questo e ad immedesimarci. Infatti, il motivo per cui decidiamo di acquistare un prodotto o un servizio è proprio la sensazione di appartenenza. A colpirci non sono i brand che “gridano più forte” degli altri ma quelli che sono in grado di instaurare una relazione con noi.

Questo processo di immedesimazione coinvolge quindi i valori in cui crediamo e per attuarlo è necessaria la narrazione, ossia quel processo che mette insieme i fatti con le rappresentazioni. Narrare è diventato ormai un asset strategico nel business e molte aziende lo hanno capito. A tal proposito non basta solo raccontare storie, bisogna raccontare storie da “effetto wow”, perché serve distinguersi in un mercato dove c’è tanta concorrenza.

Va tenuto ben in mente, innanzitutto, che oggi il marketing ruota intorno ai desideri, non ai bisogni. Alla base della decisione d’acquisto c’è sì un problema e una necessità ma è ai desideri che bisogna dare risposta. Tutti, prima di un prodotto, cercano emozioni. Ecco che quindi lo storytelling serve per coinvolgere un pubblico suscitando in lui delle emozioni che lo colpiscano al punto tale dal portarlo ad effettuare un acquisto.

Come fare tutto ciò? Si potrebbe partire da questo schema narrativo canonico:

  • il protagonista: espone il proprio punto di vista;
  • l’impresa: la missione che deve compiere il protagonista;
  • il conflitto: può essere esteriore o interiore;
  • il trauma: più è inspiegabile, più è accattivante;
  • l’avversario: ci vuole un ostacolo, che non è necessariamente un nemico;
  • il tesoro: risorse materiali o immateriali che permettono di compiere l’impresa;
  • oggetti di potere: servono per rendere possibile l’impresa (eventi e situazioni);
  • gli aiutanti: un supporto al compimento dell’impresa (persone, cose, animali);
  • nozze finali: l’esito della storia.

Un racconto ben strutturato e che colpisce il nostro pubblico ci permette di passare da Storytelling a Storyselling.

Fare Storyselling vuol dire vendere attraverso i racconti, partendo dall’intercettare gli utenti che si muovono nel frenetico ecosistema del web proponendo loro il prodotto o servizio in modo distintivo. Tuttavia, anche dopo una eventuale vendita, la narrazione deve proseguire per tenere vivo il racconto e per far sì che il cliente resti con te e non limiti la sua esperienza d’acquisto ad una sola volta.

Non si tratta solo di impostare un bel video, una bella campagna, un post accattivante. Bisogna rivedere tutta la comunicazione in base ad una storia di business. Per questo motivo si parla di storyselling, che unisce “story” con la vendita, “selling”. Perché le storie, come già detto, vendono. Non importa il tipo di prodotto o servizio che si offre, conta offrire contenuti che diano emozioni, perché queste ripagano.

Bisogna conciliare la coerenza del proprio brand con le esigenze dei nuovi consumatori.

Non si deve tradire la propria filosofia, bisogna imparare a raccontarla!

Il potere della grafica

Partiamo dal principio, che cos’è la grafica?

Questa è esattamente la domanda che viene fatta più spesso da chi non conosce questo mondo e, convenzionalmente, la risposta più semplice da dare è che si tratta del risultato dato da un insieme di elementi che generano una comunicazione efficace.

In effetti la grafica altro non è che tutto quell’insieme di immagini, testi, colori, forme e idee che vediamo tutti i giorni. La possiamo trovare ovunque, sul giornale, alla tv, sui social, sulle nostre magliette e persino sull’etichetta dei pantaloni che ci spiega come lavarli. Si, vi sembrerà assurdo ma anche quella è grafica.

Quando leggiamo un libro, visitiamo un museo o semplicemente mangiamo i nostri cereali preferiti a colazione, stiamo entrando in contatto con il mondo della grafica. Infatti, dietro a tutte queste cose passate in rassegna, ci sarà sempre un grafico che avrà impaginato quel libro, creato quella segnaletica del museo che stiamo visitando e disegnato la scatola dei nostri cereali preferiti.

Se andiamo a scoprire il lato più profondo riusciremo a comprendere come la grafica sia legata all’identità e al modo di vedere e rappresentare le cose di chi la crea. Mi spiego meglio, si tratta di un canale, un mezzo in grado di raccontare la storia di un brand partendo dalla creazione del logo fino ad arrivare a tutta l’immagine coordinata. Può raccontare un evento, un momento della nostra vita, persino un periodo storico.

Riesce a delineare quello che piace davvero alle persone e di cosa hanno bisogno. Questo spiega perché nella grande distribuzione, ad esempio, vengano fatti degli studi sulle reazioni che hanno i consumatori vedendo il nuovo packaging di uno shampoo piuttosto che di una confezione di pasta, sui colori che attirano di più l’attenzione e generano un acquisto insieme a tanti altri elementi.

Vi starete chiedendo come sia possibile che la grafica riesca a fare tutte queste cose, ma la risposta è semplicissima, lo fa attraverso la comunicazione. Chi lavora in questo mondo si chiama designer (detto anche grafico), ed è colui che si occupa di osservare, studiare, sperimentare e confrontarsi costantemente prima di creare qualcosa di nuovo.

Un grafico lavora sempre a contatto con persone diverse, con esigenze nuove e realtà differenti. Questo lo porta a dover sempre osservare e conoscere bene chi ha di fronte e quali sono le sue necessità.

Può trovarsi davanti a diversi casi: da un marchio emergente che necessita della creazione del logo, al restyling da mettere in atto per “svecchiare” l’identità di un brand ormai obsoleta, con l’obiettivo di renderla più al passo con i tempi. Altre volte ancora sarà un supporto e/o un importante collaboratore per tutte le attività riguardanti il mondo digitale.

Questi sono solo alcuni dei casi che possono presentarsi. La sfida più grande per un grafico rimarrà sempre quella di riuscire a creare un connubio perfetto tra tutti gli elementi che faranno parte della grafica.

Se pensavate che si trattasse solo di scegliere una bella foto e scriverci sopra una frase vi sbagliavate, ma approfondiremo questo tema nei prossimi articoli.

In realtà questo è un lavoro di traduzione delle immagini e di creazione di messaggi comunicativi forti, chiari ed efficaci. Contenuti composti da immagini, testo, colori che devono generare un’emozione, far percepire un’idea, presentare un prodotto, comunicare una mission e così via.

Per spiegare nel dettaglio in cosa consista questo lavoro servirebbe davvero molto tempo ma, come detto, avremo modo di approfondire l’argomento. Ciò che però può essere da subito evidenziato è che un grafico necessita di molta creatività e immaginazione, in quanto, come evidenzia René Magritte, “La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione”.

Quanto è importante la reputazione online della tua azienda?

Per spiegare l’importanza della Web Reputation di un’azienda, parto dalle parole di Chris Anderson, giornalista e saggista statunitense, ideatore della celebre espressione “Coda Lunga” : “Ormai viviamo in un’epoca in cui ogni consumatore ha un megafono. Molti lo stanno usando. E le aziende farebbero meglio ad ascoltare”.

Quanto appena riportato ha ben poco da essere chiarito, è un’affermazione che racchiude completamente il significato e l’importanza della Web Reputation. Ma entrando un po’ di più nello specifico, bisogna tenere ben presente che oggi sono le parole dei clienti a decretare il successo o il fallimento di un prodotto, un servizio, un brand.

Non a caso, viene data sempre più importanza a ciò che le persone “dicono di noi” nei diversi spazi messi a disposizione dal Web. Non parliamo più, dunque, solo di commenti ai blog aziendali o feedback privati ma ci riferiamo anche, e soprattutto, alle recensioni, ai commenti ai post che le persone pubblicano sui vari canali social.

Il sito web e il blog aziendale sono strumenti di grande importanza per interagire con il nostro pubblico e, attraverso queste pagine, possiamo comunicare informazioni utili e interessanti “incoraggiando” il pubblico ad acquistare un prodotto o un servizio, ad iscriversi alla nostra newsletter o a un’area utenti, a commentare o a condividere. Dal punto di vista reputazionale ha molta importanza la quantità e soprattutto la qualità dei commenti ai post del blog. Ma il sito e il blog aziendale, per quanto possano essere importanti, possono avere minore visibilità e traffico in confronto ad altre “piazze” del web in cui fare conversazione, come ad esempio i Social Network.

Questi ultimi sono i “luoghi ideali” in cui monitorare e migliorare la rispettiva Web
Reputation, in quanto da un lato possiamo ascoltare tutte le conversazioni pubbliche in cui viene citato il nostro brand, dall’altro abbiamo un account ufficiale della nostraazienda che possiamo usare per comunicare quotidianamente con il pubblico e raccogliere feedback di ogni tipo.
Da qui nascono spontanee un paio di domande: siamo davvero sicuri di fare questo tipo di attività correttamente? Ma soprattutto, chi svolge questo lavoro per la nostra impresa?
Sono consapevole che spesso il pensiero comune sia: “per evitare alcune spese è meglio gestire i social autonomamente. Tanto non ci vuole nulla a pubblicare qualche foto con due righe di testo sopra”.
Ecco, questo tipo di ragionamento è il primo passo che porta a compiere i più svariati e gravi errori su questi potentissimi mezzi di comunicazione, rischiando di compromettere (a volte inevitabilmente) la propria reputazione online.

L’attività di Social Media Marketing non è solo pubblicare qualche contenuto ogni tot di giorni. Questo lo può fare grosso modo chiunque, senza dubbio!

Un’ azienda, però, non ha bisogno di questo, bensì necessita di qualcuno che renda i social vere opportunità per incrementare il proprio business. E per fare questo serve un’analisi preliminare, la creazione di un piano editoriale (questo sconosciuto), l’ottimizzazione dei contenuti (in base ai social scelti su cui presenziare), la creazione e il monitoraggio delle campagne pubblicitarie (da prevedere in ogni tipologia di business se si vogliono ottenere risultati reali), la gestione dei commenti negativi in base al tone of voice dell’azienda, etc..

L’elenco è ancora lungo e prevede diverse attività da svolgere in questo settore ma ciò che vorrei fosse chiaro è che non si tratta di un lavoro che si può svolgere dal nulla, improvvisandosi Social Media Manager. Servono delle competenze di base e un costante aggiornamento data la fluidità del settore in continua evoluzione, ricordando che la Web Reputation della nostra azienda è tutt’altro che un gioco.

Che ne dici, pensi che ne valga la pena investire in un Social Media Manager professionista?

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La Brand Identity

Quando conosciamo qualcuno, la prima cosa che ci colpisce è inevitabilmente l’aspetto fisico. Iniziamo a guardare come quella persona si presenta, la scelta dei suoi abiti, il colore dei capelli, la sua gestualità. Questi sono i primi segnali che acquisiamo.

La stessa cosa, contestualizzata, succede con la Brand Identity che, tecnicamente, significa: “identità di marca, concetto del marketing che prevede che l’identità di un’azienda sia solida e chiara affinché il target di riferimento possa riconoscere la marca con semplicità ed allinearla alla brand image”.

I termini “brand”, “branding” e “brand identity” spesso sono considerati come sinonimi, ma non è così. Facciamo chiarezza:

  • il brand è la percezione dell’ azienda agli occhi del mondo;
  • il branding riguarda tutte le pratiche di marketing volte a far emergere sul mercato un determinato brand;
  • la brand identity è l’insieme di tutti quegli elementi visibili e tangibili che l’azienda crea per dare una specifica immagine di sé al consumatore.

Quando si pensa ad una nuova attività o ad un nuovo progetto/prodotto da lanciare sul mercato, bisogna partire dalla costruzione di un’immagine coordinata solida ed efficace. Vi starete chiedendo: come fare? Quali sono i passaggi da seguire e come riuscire ad emergere?

La prima cosa da fare è affidarsi a dei professionisti.

Qui entra in gioco la figura del grafico (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo), professionista in grado di analizzare tutto l’insieme degli elementi chiave per sviluppare una Brand Identity vincente.

Sappiamo bene che si parla di un mondo creativo vastissimo ma bisogna seguire un percorso preciso per evitare di perderci o fare qualcosa che non rispecchi il core business della nuova attività/prodotto che stiamo per lanciare.

Andiamo per passaggi:

  • Il grafico deve fare chiarezza e aiutarvi a capire cosa comunicare del nuovo brand. Attraverso una specifica analisi riuscirà a capire quali sono le caratteristiche e i valori da comunicare graficamente.
  • Successivamente sarà il momento di dar spazio alla creatività nella realizzazione del naming e del logo che racconterà il vostro brand.
  • Ognuno di questi passaggi implicherà la scelta dei colori, dei font e dello stile, in modo da coordinare tutto il processo messo in atto.

Una Brand ldentity forte serve a rendervi visibili e riconoscibili, evitando il rischio di passare inosservati. Infatti, l’obiettivo principale è proprio quello di “colpire” positivamente e subito il nostro pubblico.

Dare una buona prima impressione, far percepire che la nostra immagine è solida, chiara e strutturata, sono elementi che fanno parte della Brand ldentity. Si tratta di un percorso che richiede un necessario impegno da parte dell’azienda che, inoltre, dovrà tenere sempre in considerazione che, ciò che si sta realizzando, servirà a rispecchiare la propria identità sul Web.

Consiglio, dunque, di non modificare repentinamente il lavoro fatto una volta raggiunto l’obiettivo prefissato, ma di scegliere e far creare un “prodotto” che dovrà rappresentarvi per più tempo possibile.

Chiarito ciò, bisogna porsi alcune domande: Conosci fino in fondo te stesso? Cosa vuoi raccontare? Come puoi raccontarlo?

Queste domande sono la chiave di tutto. Non riuscirai mai a raccontare il tuo brand se non capisci fino in fondo cosa vuoi rappresentare e come vuoi raccontarlo.

Errori come questo generano dei cambiamenti radicali che rallentano sempre di più il processo di conoscenza del brand. Più cambierete il vostro aspetto, meno le persone vi riconosceranno e ricorderanno.

Questo è un primo e breve quadro generale sull’importanza della Brand ldentity. Nei prossimi articoli vi parlerò degli elementi che compongono l’immagine coordinata, così da scoprire piano piano tutti i passaggi che servono per creare un brand solido.

“La risorsa più preziosa della tua azienda è la sua immagine presso i clienti”

[BrianTracy].