Come si svolge il colloquio di lavoro

In precedenza vi ho dato alcuni suggerimenti e delucidazioni su “Come scrivere un CV” e “Come prepararsi al colloquio”. A questo punto è utile avere anche informazioni riguardanti lo svolgimento del colloquio di lavoro.

Quando si arriva al momento del colloquio, solitamente le aspettative sono al massimo e spesso il tutto si può giocare in pochi minuti. Ragion per cui ritengo fondamentale illustrarvi come padroneggiare al meglio questa fase.

Sinteticamente possiamo dividere il colloquio in quattro fasi determinanti:

  1. PRESENTAZIONE

Molti sono giustamente convinti che la prima impressione sia determinante durante il colloquio. Ovviamente questo aspetto non è l’unica cosa che conta ma è fuori dubbio che presentarsi nel migliore dei modi davanti al selezionatore giochi un ruolo primario nella buona riuscita di questa fase. Porsi in maniera cordiale, una stretta di mano decisa, sicurezza durante il dialogo, sono tutti indicatori che il recruiter riceverà in maniera positiva. Sentirsi a proprio agio già in fase colloquio, da una buona probabilità di far pensare a chi vi sta “intervistando” che l’offerta per la quale vi siete candidati sia il lavoro giusto per voi.

  1. IL COLLOQUIO VERO EPROPRIO

In un secondo momento il recruiter vi spiegherà in cosa consiste la proposta per la quale vi siete candidati e, molto probabilmente, vi porrà alcune domande. A questo punto bisogna aver chiaro in mente cosa NON bisogna dire e, nel momento in cui vi verrà chiesto di parlare di voi, è consigliabile prepararsi per tempo una risposta chiara ed esaustiva da dare, lavorando bene su quelli che sono i vostri punti di forza e le vostre debolezze. È sconsigliato, quindi, procedere improvvisando in questa situazione, in quanto potrebbe uscir fuori un risultato controproducente.

  1. DOMANDE DA PARTE VOSTRA

Successivamente a quanto appena visto, c’è da aspettarsi una fase del colloquio in cui il selezionatore lascerà spazio alle vostre domane, curiosità o interesse per l’azienda alla quale avete presentato la vostra candidatura. Considerate che le domande che porrete in questo momento saranno un’occasione preziosa sia

per comprendere bene in cosa consisterà il lavoro, sia per avere un’idea più precisa relativamente alla cultura dell’azienda in questione.

  1. FASE FINALE E DOMANDEMOTIVAZIONALI

Arrivati a questo punto, spesso i candidati si sentono porre la seguente domanda: “perché dovremmo assumere proprio lei?”. Alla quale solitamente segue: “dove si vede tra 5 anni?”.

Queste domande sono un modo per intuire le reali motivazioni del candidato per la posizione in questione e per capire quale sia la sua intenzione a crescere all’interno della realtà aziendale.

Ovviamente a queste domande non esiste una risposta universale in quanto quest’ultime varieranno a seconda del soggetto e del contesto di riferimento. Però, ciò che possiamo dire con fermezza è che la strategia migliore per rispondere e dare una spiegazione soddisfacente al perché “dovreste essere voi il candidato giusto” consiste nell’adottare un approccio preciso che metta in risalto le vostre potenzialità, sottolineando i miglioramenti che potreste apportare all’azienda.

Concludendo, la consapevolezza di ciò che andremo ad affrontare, dei nostri punti di forza, della chiarezza negli obiettivi e delle giuste risposte a precise domande, sono alcuni ingredienti sui quali lavorare per un approccio positivo a questa fase importante per la ricerca di lavoro!

Prepararsi al colloquio

Se siete su questo documento probabilmente il vostro CV ha sortito l’effetto desiderato. E magari, cosa che mi auguro, il precedente articolo vi è stato d’aiuto.

Dicevamo, il vostro CV ha attirato l’attenzione del selezionatore e siete stati contattati per un colloquio in seguito ad una vostra candidatura. E ora? Cosa ci aspetta? Come dobbiamo comportarci? Possiamo prepararci per far sì che il colloquio proceda nel migliore dei modi?

Queste sono alcune delle domande che immediatamente ci poniamo dopo la telefonata del selezionatore e la risposta è: “assolutamente sì!”. Di seguito elencherò alcuni consigli pratici per questo specifico caso, la preparazione al colloquio.

La prima cosa da fare è informarsi sull’azienda a cui si è inviata la candidatura. Chi si occupa della selezione è alla ricerca di candidati che conoscano almeno un po’ il settore e che dimostrino di sapere di cosa si occupa l’azienda e quali servizi o prodotti propone. Non informarsi, infatti, può essere percepito come un segnale di scarso interesse.

Detto questo, è consigliato prepararsi alla “job interview” reperendo informazioni sulla specifica azienda e per farlo potete seguire queste 4 semplici indicazioni:

  1. Visitate le sezioni “Chi siamo”, “I nostri servizi/brand/prodotti” del sito aziendale: in tal modo potrete individuare di cosa si occupa l’azienda, qual è la sua storia, i suoi punti di forza e cosa la differenzia dalle altre realtà del settore.
  2. Sfruttate i social network: Visitare le pagine dei canali online permette di vedere quali sono le ultime novità e com’è strutturata l’interazione con gli altri utenti o gli eventuali clienti.
  3. Scoprite la cultura aziendale: i profili Instagram o i blog aziendali conferiscono informazioni che probabilmente non saranno utilizzate durante il colloquio ma che potrebbero tornare utili nel caso in cui vi chiedessero perché vi piacerebbe lavorare lì.
  4. Conoscere il settore d’interesse ed eventuali competitor: avere informazioni sul mercato di riferimento e i suoi competitor principali vi farà fare una gran bella figura.

Queste informazioni sono reperibili visitando la pagina Linkedln dell’azienda e osservando le altre aziende simili che la piattaforma vi proporrà in automatico.

Avere un’idea di cosa possa aspettarvi durante il colloquio e dedicando un po’ di tempo alla ricerca è possibile reperire le informazioni per prepararsi al meglio. Con questi consigli sicuramente non posso farvi prevedere eventuali sorprese che potrebbero esserci durante un colloquio ma è sempre meglio fare in modo che queste siano belle anziché brutte!

Come scrivere un curriculum vitae

Il principale “biglietto da visita” che abbiamo per farci conoscere è il Curriculum Vitae. Molto spesso non viene dedicata la giusta importanza o il tempo necessario ad una corretta preparazione del CV; per questo motivo di seguito evidenzio delle linee guida che consentano una stesura ottimale di questo documento, informandovi su come evitare gli errori più ricorrenti che si riscontrano nella preparazione.

Il CV mostra quelle che sono le esperienze professionali e formative di un soggetto e serve a mettere in risalto le proprie capacità e attitudini. È il primissimo strumento di valutazione che diamo ad un’azienda nel momento in cui rispondiamo ad un annuncio/offerta di lavoro o nel momento in cui lo inviamo per una autocandidatura.

Ciò fa capire che un CV ben compilato, possibilmente allegato ad una efficace lettera di presentazione, può essere determinante nel farsi notare dall’azienda e ottenere un colloquio con il datore di lavoro o con l’azienda che si occupa di recruiting.
Oltre a questo va considerato che il CV è determinante anche dopo il colloquio, in quanto serve a ricordare quali sono le tue qualifiche e i tuoi contatti. I recruiter infatti utilizzano il CV sia prima che dopo il colloquio con il candidato.
il “grassetto” sulla parola “contatti” usata in precedenza non è casuale, infatti tra i consigli che andremo ad elencare, l’aspetto visivo è uno dei punti più importanti che tratteremo! Per la serie, “anche l’occhio vuole la sua parte”.

Le caratteristiche, dunque, che deve avere un CV di “successo” sono le seguenti:

  • Lunghezza: massimo 2 o 3 pagine. Mediamente il recruiter impiega una ventina di secondi per visionare il CV, per questo motivo è preferibile non dilungarsi in particolari non rilevanti.
  • Ordine ed efficacia: per rendere più confortevole la lettura possono essere usati gli elenchi puntati e il grassetto (come dicevamo prima). Non devono essere presenti errori di battitura ed è preferibile mantenere una grafica coerente e precisa, magari utilizzando font come Times New Roman o Arial. (Va sempre tenuto presente che un CV disordinato può essere considerato come elemento di superficialità).
  • Riconoscibilità: è consigliato inserire nel CV una fototessera professionale, con outfit adeguato. Ciò permette all’azienda o al recruiter di farsi un’idea di chi andrà ad incontrare. Anche l’immagine che comunichiamo ha la sua importanza.

Abbiamo finora visto quelli che sono gli aspetti più importanti che bisognerebbe sempre considerare quando si prepara un curriculum; di seguito riporto gli aspetti che, contrariamente, andrebbero sempre evitati:

  • Mentire: sia sull’esperienze lavorative che sulle proprie capacità e abilità professionali. Un recruiter, in sede di colloquio, impiega pochi minuti per mettervi alla prova.
  • Inviare un curriculum senza foto o con foto poco professionali: del primo caso se n’è già spiegato il motivo sopra parlando di “Riconoscibilità”. Del secondo, è bene sottolineare che inserire nel CV una foto al mare, in un locale, o stile selfie, rende il vostro documento immediatamente poco professionale e, di conseguenza, non fa “colpo” sul recruiter che sta operando il cosiddetto screening preselettivo.
  • Tutto ciò che ostacola l’aspetto “Ordine ed Efficacia” visto in precedenza: errori di battitura, assenza di una logica nella struttura, font diversi nello stesso documento o elaborati e di difficile lettura, font con colori diversi.
  • Monologhi e frasi complesse: essere brevi, in queste circostanze, ha un’incidenza notevolmente superiore alla scrittura di un saggio in cui raccontare le rispettive esperienze.

In conclusione, il consiglio che sento di darvi è fare in modo che il curriculum assomigli il più possibile al soggetto che lo prepara e ora, che avete qualche linea guida in più su come scriverlo, vi suggerisco di mettervi all’opera e creare il vostro miglior curriculum! In bocca al lupo!